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SUCCESSO AL CONVEGNO AGRICOLO SUI KAKI. 

Sabato pomeriggio si è svolto il tavolo tecnico sulla produzione dei kaki in Sicilia, organizzato dal COVIL (consorzio vivaisti lucani), con la collaborazione della Regione Sicilia rappresentata dal dirigente della SOAT di Riesi dott.re Agronomo Gianluigi Buzzi dall’Ecofarm, ortofrutta Valle del Salso e la Cantina Sociale “La Vite”.All’evento hanno partecipato tanti imprenditori agricoli, commercianti e agricoltori dei paesi limitrofi del comprensorio nisseno. Il tavolo dei lavori è stato aperto dal relatore dott.re agronomo Luigi Volpe che ha ringraziato i partecipanti e accennando in poche parole lo scopo dell’iniziativa, lasciando ai tecnici il dibattito. Il dott.re Agronomo Gianluigi Buzzi ha fatto una panoramica generale sulle condizioni morfologiche del territorio riesino che si presenta abbastanza argilloso, evidenziando le difficoltà legate al sistema di irrigazione e di accessibilità hai trasporti interni. Fin dall’inizio ha precisato che lo scopo del convegno è quello di proporre una nuova coltura a Riesi per ampliare e diversificare la produzione ortofrutticola che caratterizza il nostro territorio, ampliando il calendario di produzione e commercializzazione. Riesi grazie alle condizioni climatiche permette di avere una gamma di prodotti ortofrutticoli coprendo il periodo che va da Maggio fino a Novembre e comprendono: Pesca, Uva e Olive. Con la produzione dei Kaki permetterebbe una maggiore offerta di prodotto che va da Novembre a Febbraio, e per tanto ha voluto lasciare la parola al Dott.re agronomo Vito Vitelli non che il responsabile del COVIL ( da un paio di anni studioso di questa nuova coltura iniziata in Spagna), per delucidare al pubblico presente le tecniche di produzione, coltivazione e distribuzione dei Kaki. Infatti, ha voluto descrivere la situazione del mercato attuale italiano, un mercato in forte crescita, ma costretta a respingere la concorrenza della Spagna che attualmente è leader in questo settore, e per tanto a voluto precisare le differenze che sussistono tra le due realtà europee su alcuni punti fondamentali: sulla varietà del prodotto coltivato e sui metodi di coltivazione, sui metodi di conservazione e sul pakaging del prodotto. Ricollegandosi alle parole del dott.re Gianluigi Buzzi che questo convegno non è indirizzato su una iniziativa imprenditoriale ma semplicemente informativo, in modo da suscitare l’interesse e la curiosità dei partecipanti con l’augurio che come gli spagnoli scommettono su questa coltura. Ci sono stati degli interventi da parte dei presenti incentrati sui punti deboli della agricoltura nissena, cioè di creare tra gli agricoltori un sistema che possa permettere di interagire tra vivaisti, agricoltori e commercianti che attualmente operano in maniera egoistica. A conclusione dell’incontro si è fatta la proposta di fare ulteriori semirari direttamente sui campi agricoli in modo da rendersi conto come avviene la coltivazione e applicare le tecniche di coltura che costituiscono il principale vantaggio competitivo tra i vari agricoltori. Un altro tema che ha suscitato l’attenzione del pubblico è la rendivita del prodotto considerando che i costi fissi annuali ammontano a 5000 - 6000 euro; a tal proposito il dott.re Vitelli a concluso che se si adottano i metodi tradizionali il guadagno e minimo però se l’agricoltore adotta il sistema moderno i guadagni oscillano tra i 12000- 22000 euro, in più ha proposto a chi è interessato a questo coltura di kaki di organizzare un viaggio per la Spagna e vedere la realtà già presente in questo Stato.

Giuseppe Montedoro 



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