Oggi vi proponiamo una poesia che è stata recitata da Tanino Riccobene in occasione della Festa di San Giuseppe, che ha attirato l'attenzione del pubblico presente. Una poesia che racconta l'amore di un padre per il proprio Figlio. 

FIGLIO (di Tanino Riccobene)






Figlio, vorrei condurti su prati soffici e verdi
e, prendendoti per mano, correre e saltare,
alzare le braccia e toccare il cielo.
Vorrei portarti dove scorre acqua limpida e fresca
per dissetarti quando l’arsura prenderà il sopravvento.
Figlio, vorrei soffocare i miei desideri
per renderti come fiore
dai colori smaglianti e dallo stelo alto e robusto.
Figlio, vorrei ingoiare tutto il veleno che può scalfirti.
Vorrei essere la bussola che ti guida
verso incantevoli valli d’amore.

Col tempo capirai!
Col tempo mi giustificherai!
Col tempo mi concederai l’abbraccio della gratitudine,
pur non esigendolo.
Per te sarò sorgente che dona senza pretendere.

Il sentiero da percorrere è di fronte a noi,
alla tua forza aggiungi la mia forza.
Dilata il tuo cuore:
respira amore,
respira onestà,
respira solidarietà.
Respira…inèbriati della bellezza dell’anima pura
non intaccata da disoneste ricchezze.
Le dune innanzi a te supera,
percorrendoli con passi brevi
per non intaccarne la bellezza,
anche se affannoso respiro cercherà di fermarti.

E quando incontrerai sole cocente, vento e tempeste, chiamami!
Ti infonderò la saggezza
che, palmo a palmo, ho cercato come formica di accumulare
per riempire l’avido scrigno del cuore.
Svuoterò le mie mani
per costruire il dorato mosaico della tua vita
con la mia vita sbriciolata
per renderti di gioia rivestito.

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