TI CUNTU. ANGOLO DEL DIALETTO RIESINO E SICILIANO


In occasione delle festività natalizie, pubblichiamo una bella poesia di Tanino Riccobene, che si soprende sempre con i suoi versi. 

BUON NATALE (di Tanino Riccobene)

Natale!
Ti attendevo da piccolo
con animo puro
e attorniato da dolci note
preparavo il presepe e l’albero.
Sentivo dentro tutta la magia della festa
...e, protetto dalla mia famiglia,
sereno mi addormentavo.

Ora più consapevole delle miserie del mondo
e sempre più inquieto,
indifferente osservo oggetti natalizi imposti dal consumismo,
con la voglia di liberarmi da inutili orpelli
che chiudono gli occhi dell’anima.

Mi immergo in un mondo che non mi appartiene
i cui attori sono i prediletti di Chi ha avuto il coraggio
di conoscere da vicino le miserie del mondo.

E la mia mente vaga
e si ferma nelle stazioni ferroviarie,
negli aeroporti, nelle strada
o nelle periferie delle città
o nelle case dove sofferenza e tristezza
regnano incontrastate.

Chissà cosa è ormai il Natale per te
barbone, povero, disoccupato, deluso dalla vita,
padre di famiglia che non puoi mantenere i tuoi cari,
donna la cui dignità è stata calpestata,
bambino la cui fame ti annulla giorno dopo giorno.
Dove sei speranza? Ci sei ancora? Esisti?
Come posso pronunciare ancora “Buon Natale”?

Mi fermo innanzi a te,
uomo che pensa di aver cancellato il suo passato
e vorrei chinarmi per risollevarti e ridarti la speranza
che il tuo nome possa ancora risuonare verso strade luminose
e vorrei possedere tanto oro da potertelo donare.
Parlami, chi sei?

Io non ho più un nome. Mi chiamano barbone
o più elegantemente clochard.
Il freddo s’insinua nelle mie ossa.
Lunghi cartoni ho recuperato
che avvolgevano oggetti ambiti dalla gente,
adesso avvolgono un altro oggetto che nessuno considera:
il mio stesso corpo.

Io ho un nome, sono un padre di famiglia
che ha perso il lavoro
e la cui dignità sembra ormai sminuita,
perché non ho la capacità di mantenere
coloro che mi sono stati affidati
e mi dispero perché chi dovrei tutelare
soffre immensamente.

Io sono un giovane
che non riesce ad inserirsi in questa società
e, senza lavoro e ideali,
cerco paradisi artificiali
o sono attanagliato dalla tentazione di rubare.

Io sono povero economicamente.
Io sono povero di spirito.
Io sono povero di sentimenti.
Io sono povero di speranza.

Basta!

Ascolta Eterno Padre il grido di chi ti invoca
o di chi non ti invoca
e ti chiama con la sua disperazione.
Rinasci Cristo e illumina gli uomini di buona volontà,
affinchè questa vita che tu hai voluto sulla terra
torni ad essere permeata di speranza
e avvolta nella gioia.
Rinasci Cristo dentro di noi,
rinnova i cuori degli uomini,
illumina i potenti.
Rinasci Cristo
affinchè possiamo vincere il male
e possiamo ancora dire,
orientati a Te con gli occhi velati di lacrime,
grazie per la vita!
Tu, stella polare,
illumina la nostra strada
ora e sempre.

Commenti

Post più popolari