URBAN LEGEND

2° Racconto. Il pozzo maledetto 
In passato molte famiglie riesine, per evitare di guardare la TV, decidevano di raccontarsi delle storie di paura o di mistero che gli era stata raccontata oppure che l'avevano vissuta veramente. E nel gruppo si veniva a creare una sorta di gara tra chi raccontava la storia più terrificante. Ed è stata proprio in una di queste occasioni che ho sentito raccontare questa storia, che ho voluto riportare per iscritto. 



Un gruppo di tre amici riesini decidono di fare una scommessa , cioè di entrare dentro un pozzo abbandonato, per vedere se avevano coraggio. A questo punto tutti e tre si avventurarono a piedi in mezzo alle campagne fino a che trovano questo pozzo che era chiuso con una grosso botola in legno. Allora due amici si attaccarono a un corda e cominciarono a scendere nel pozzo profondo quattro metri circa. Invece il terzo rimase a fare la guardia all’esterno, per evitare che qualcuno si passasse il piacere di rinchiuderli la.  Intanto i due arrivano al fondo del pozzo, accesero le torce e videro che cera una grande galleria, e il livello dell’acqua era profonda fino alle ginocchia, cominciarono ad avanzare lentamente, e tutte e due si guardavano negli occhi per dire, non c’è niente di avere paura. Fecero quasi 5 metri, fino a quanto l’acqua si comincio a muovere, come se c’era una forte corrente. Il vento all’interno della galleria si alzava, e il rumore degli scrosci d’acqua aumentavano sempre di più. I due amici cominciavano a sentire freddo alle braccia e alle gambe. Pero ad un certo punto le torcie si spensero, un rumore di pianti di bambini comincio a disturbare i timpani  dei due giovani , e grida e urla cominciano ad alternarsi, a colpi di bastone che colpivano incessantemente i corpi dei malcapitati. Ricevevano percosse nelle braccia, sulle gambe, sul torace, sulla testa, incessantemente. Caddero a terra in mezzo all’acqua e al fango e i colpi aumentavano sempre di più, e i due uomini erano terrorizzati, colpivano a casaccio, ma toccavano solo aria. Allora si sono rialzati, senza torcia e cominciarono a correre il più possibile, correndo verso la luce del pozzo. Salirono sulla corda, e videro finalmente la luce del sole. Il terzo rimase sconvolto, appena li vede, perché erano pieni di tante ferite, con il sangue che colava dalla testa, dal naso, dal bocca e tanti lividi sul corpo, con i vestiti tutti strappati. I due uomini si distesero a terra scioccati, non riuscivano a parlare. Il terzo preoccupato chiedeva ma cosa era successo, ma non otteneva nessuna risposta. Cominciò ad agitarli il più possibile, ma niente. Non davano nessun segno. Dopo un ora, i due si ripresero dallo schok e cominciarono a raccontare cosa era successo. Ma la cosa strana era, che non c’era nessuno che li colpiva, non sentivano nessun corpo muoversi intorno a loro. Il terzo sentita la storia, si avvicino al pozzo, chiuse il portone in legno, e comincio a prendere delle pietre e ricopri tutto il pozzo. Su questo pozzo mise una croce per evitare che qualche pazzo come loro sarebbe sceso li dentro. 

Giuseppe Calascibetta

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