Successo della Giornata Mondiale del Rene a Riesi
Giovedi 14 marzo nella piazza Garibaldi di Riesi, si è
svolta la giornata mondiale del Rene, dedicata alla prevenzione della malattie
terminali, i cui casi sono in continuo aumento. L’iniziativa che coinvolge
almeno 50 centri italiani è promossa dalla Societa Italiana di Nefrologia e
Fondazione Italiana Rene. Nella giornata del 14, che ha visto una notevole
partecipazione di cittadini riesini, che si sono presentati dalle 9 alle 16, e sono stati accolti dal
personale medico ed infermieristico dell’ASL di Riesi, a cui hanno potuto
sottoporsi a controlli della pressione arteriosa, eseguire test urinari
gratuiti e ricevere informazioni sul proprio rischio nefro-cardiovascolare. La
prevenzione è fondamentale per due aspetti: umanitario ed economico. Perché nel
primo caso si ha la possibilità di ridurre le sofferenze nel paziente; e
secondo, evitare un aumento dei costi del settore sanitario per la dialisi ,
che gravano sulla collettività. Il dirigente sanitario dell’ASL a tal proposito afferma: “ dalle
nostre parti c’è una situazione di negligenza per la prevenzione dell’età
prescolare e scolare, cioè dall’infanzia, sia di patologie mediche e mal formative, che possono essere benissimo
curate, ed evitare che la malattia avanzi nell’età adulta. Per questo sarebbe interessante
poter realizzare dei controlli della malattie renali all’interno degli asilo e
delle scuole elementari. Le malattie renali più diffuse a Riesi sono: il diabete,
i l nefrosclerosi e in misura minore la
nefropatia interstiziale. Mi piacerebbe che nel nostro ambiente si adottasse la
nefrologia del povero uomo, cioè riuscire a prevenire le malattie renali con i
nostri mezzi semplice che abbiamo a
disposizione collaborando con i grossi centri sanitari che sono attrezzati.
Vorrei ringraziare l’amministrazione comunale per i locali concessi, i medici
generici con cui siamo in collaborazione, e in maniera particolare l’istituto
R.P.Vassallo, con cui ogni anno organizziamo una lezione sulla prevenzione di
queste malattie”.
Giuseppe Montedoro
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