光 Hikari 

Il sole lambisce flebile le vette dei monti lontani, con la forza morente dei suoi ultimi raggi. Un color tendente sempre più al porpora irradia la volta celeste, inebriando i miei sensi.
Per quanto tempo mi ero privato di questo calore confortevole? Da quando le tenebre si erano addentrate nel mio animo per farne la loro sede primaria?
Questo calore ardente inizia ad infiltrarsi sempre più a fondo nel mio essere. Come miele caldo che scivolando su una superficie ne diventa un tutt'uno, così anch'io inizio a trasformarmi in calore puro, senza più possibilità di ritorno. Sento solo pace, pace e un dolore rassicurante. Ormai la mia decisione è stata presa.
Del resto mi ero trascinato per decenni senza una meta,pensando che l'unico modo di vivere rimastomi fosse quello di uno sporco parassita. Gli animi buoni che avevo incontrato nel mio pellegrinaggio infinito erano stati innumerabili e ahimè non di meno quelli che avevo finito per perdere. La stoltezza aveva edificato un palazzo nel mio cuore spento e io mi credevo irrazionalmente invincibile. Quanto mi sbagliavo! E che ironia della sorte barbara che proprio lei mi avesse rivelato il mio errore.
Quell’essere così piccolo e innocente, talmente evanescente da essere quasi totalmente amalgamato all'aria, mi aveva sussurrato l'indicibile verità, con dolci parole che mi avevano colpito, come schegge conficcate nella mia pallida carne. Quel tenero ectoplasma appena nato ma con lo sguardo di chi conosce il mondo e i suoi tremendi segreti, era apparso ai miei occhi poco attenti quasi per caso. Era una notte senza luna, ma le stelle erano brillanti e sembravano confondersi con lo scintillio delle numerose lucciole che danzavano sfiorando la superficie scura del lago. Io me ne stavo nella mia posizione marmorea a scrutare le profondità del lago,quel vuoto gelido in cui avevo spedito molti. Posavo solo raramente la mia vista acuta sullo spettacolo che si stava svolgendo a così poca distanza da me. Era stato proprio in quel momento di strana calma che lei si era presentata ai miei occhi; fluttuava leggera tra la luce, una figura apparsa improvvisamente dal nulla, ma allo stesso tempo così parte di quella visione da far pensare che ci fosse stata da sempre. L'inquietudine aveva iniziato a impadronirsi di me, al solo percepire quelle fattezze da angelo luminoso che celavano però una tristezza infinita che si irradiava insieme alla luce. E mentre la guardavo sbigottito, con un misto di sgomento e fascino mi aveva chiesto con voce cristallina, ma
che sembrava venire da molto lontano, nonostante solo pochi metri ci separassero: "Perché hai scelto di vivere nelle tenebre? Perché hai voluto che l'oscurità, tua nuova amica, abbracciasse anche me?".
Non un suono era riuscito a venir fuori dalle mie labbra che si muovevano annaspando, mi sentivo soffocare e le mie guance iniziavano a rigarsi di lacrime. Non sapevo neanche io perché le sue parole, all'apparenza piuttosto banali, mi avessero colpito così tanto. Forse era stata proprio la loro semplicità a permettermi di capire. Capire che la strada che per me era stata tracciata dal fato in realtà era frutto di una mia scelta, o meglio di una serie errata di scelte, e non di una predestinazione come avevo sempre creduto. Avevo sempre creduto che quel che facevo era inevitabile e non potevo sottrarmi. Invece ero sempre vissuto nell'errore ed erano bastate poche sillabe, pronunciate da una piccola vittima della mia follia, per comprenderlo. Quella presenza eterea, presentatasi lì chissà per quale magia o scherzo del fato, aveva salvato la mia anima.
Quel volto increspò le labbra in un ghigno feroce piuttosto familiare e volteggiò velocemente nella mia direzione, entrandomi dentro, esplodendo in un vortice di luce che mi avvolse completamente.
E poi il buio.
Ma nella mia nuova consapevolezza non potevo più annaspare nelle tenebre ed è per questo che sono andato alla ricerca del sole dopo tanto tempo. Il giorno ormai sta per finire ma io non voglio tornare nelle tenebre, mai più.
La luce ormai è in me, io ormai sono un'essenza luminosa. E mentre questa sfera celeste infuocata crudelmente tenta di abbandonarmi, il fuoco purificatore che ho preparato inizia ad espandersi e ad avvolgermi. Il dolore della purificazione mi rende felice; finalmente sono libero. Tra non molto tutto sarà finito e io non sarò più un assassino. Mentre il fuoco si impadronisce completamente di me e sento che il momento finale sta per giungere, sorrido pensando che forse quel fantasma mi avrà perdonato sapendo che ho riconosciuto la sua ragione.
Eh già, la mia sorellina ha sempre voluto avere l'ultima parola su tutto.
( Hikari in giapponese significa luce) 

di Giusy Catarinolo

Commenti

Post più popolari