Castelli di Sicilia e Malta: un’opera per la promozione turistica delle due Isole. Intervista al Dott. Valerio Cimino, curatore dell’opera.
Negli ultimi giorni è uscito nelle librerie, il volume Castelli di Sicilia e Malta curato dal Dott. Valerio Cimino e promosso dal Rotay Club. Un libro che coniuga bene la valorizzazione del territorio siciliano raccontando e descrivendo in maniera compatta la presenza di tanti castelli e torri presenti nella nostra isola. Una terra che non dovrebbe essere conosciuta solo per il mare, ma anche per le tante fortificazioni che emergono nel vasto paesaggio collinare che si trovano ben nascosti all’occhio del turista medio. Un full immersion di luoghi poco visitati e sconosciuti al grande pubblico che potrebbe diventare un tour alternativo insieme al percorso delle miniere dismesse. Per questo abbiamo deciso di intervistare direttamente l’autore Valerio Cimino, che ci descrive nei particolari questa importante esperienza letteraria e fotografica.
Come è nata l’idea di realizzare il volume Castelli di Sicilia e Malta?
Questo volume è stato realizzato
dal Distretto 2110 e dalla Fondazione Salvatore Sciascia per l’anno 2022-23. Su
incarico del governatore dell’anno Orazio Agrò, che ringrazio per la fiducia,
ho avuto il piacere di curare la realizzazione di questo volume che va ad
arricchire l’ampia produzione del nostro Distretto.
Il volume si compone di 101
schede che descrivono e raccontano la storia di altrettanti castelli e
fortificazioni. È un’espressione dell’Amore, con la A maiuscola, verso la
nostra Storia, le nostre comunità e i nostri monumenti. Il governatore Agrò ha
lanciato il progetto della pubblicazione lo scorso ottobre e subito vi è stata
la risposta dei presidenti che hanno individuato i castelli, scelto gli autori
dei testi e delle foto e inviato il materiale prodotto ben prima della fine
dello scorso anno.
Le schede sono raccolte secondo
un criterio geografico, per provincia, cosicché ai castelli medievali si
alternano le torri seicentesche o i casali fortificati più recenti. Si è scelto
questo criterio, e non quello cronologico, per descrivere i diversi territori
attraverso la sommatoria degli interventi umani che si sono succeduti nel
tempo, in una complessità definita dal susseguirsi degli eventi e dalle
conseguenti risposte della società. Hanno contribuito alla realizzazione anche
alcuni delegati provinciali della Federazione Italiana Associazioni
Fotografiche. Ringrazio tutte le 214 persone che, a diverso titolo, hanno
contribuito alla “costruzione” di questa opera corale.
Quando è importante valorizzare i Castelli della Sicilia a livello
turistico?
I castelli e le fortificazioni
sono spesso l’elemento che maggiormente caratterizza il territorio sia dal
punto di vista artistico che storico e sociale.
Attraverso le loro mura e i loro
merli, i castelli raccontano un millennio di storia siciliana e maltese, il
susseguirsi delle diverse dominazioni a partire da Normanni e Svevi fino ad
arrivare ai giorni nostri, momenti di crescita sociale e militare alternati ad
altri di declino.
Sono una sintesi della nostra
Terra e del nostro essere e, pertanto, uno splendido strumento per farci
conoscere a quanti vengono, con occhi pieni di curiosità, a scoprire le
bellezze di Sicilia e Malta.
Come mai il Rotary si è interessato di realizzare questo progetto?
Il Rotary è un club service, cioè
un gruppo di persone di diversa estrazione professionale e culturale che,
insieme, sono impegnate in progetti a favore delle comunità vicine e di quelle
lontane attraverso la Fondazione Rotary e partnership con altri Club Rotary
diffusi in tutto il mondo.
Il Distretto 2110 – Sicilia e
Malta, oltre alle numerosissime iniziative di carattere umanitario, ha anche
una spiccata sensibilità verso gli aspetti culturali e artistici. Li riteniamo
importanti in quanto rappresentano le radici della nostra società. Per questo
motivo il Distretto e i Club che lo compongono operano anche attraverso la
pubblicazione di volumi, il restauro di opere d’arte, iniziative di
sensibilizzazione sociale, ecc.
di Giuseppe Giancarlo Calascibetta
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