La storia del Carcere di Riesi
Le prime notizie sul carcere di Riesi, risalgono al 1635,
quando il governo siciliano informato della costituzione di un villaggio di
proprietà del principe Altariva, decise di fare dislocare un carcere, visto
l’elevata criminalità presente nelle zone limitrofe. La sua ubicazione all’interno
di Riesi, risulta alquanto incerta, poiché lo storico Ferro afferma che il
carcere si trovava nel piano crocifisso
in due camere di proprietà della famiglia Cammarata; invece lo storico Testa
afferma al contrario che il primo carcere era localizzato in una stanza del
palazzo del barone nella zona Canale. Dopo il 1647 il carcere venne trasferito
in alcuni locali privati, visto che il vecchio palazzo della baronia era privo
di manutenzione. Il nuovo carcere pero non risultò per niente sicuro, visto che
si sono visti aumentare il numero delle fughe. Per questo nel 1772 si decide di
demolire il vecchio carcere che si trovava al Canale e di farne costruire uno
nuovo, affidando la sua costruzione al mastro Matteo Calandra. La nuova dimora era costituita da due stanze
per il carcere civile e criminale, e una stanza riservata al guardia
carceriere. Nel 1812, con l’abolizione della feudalità, il carcere passa nella
mani del Comune. Successivamente, non si sa in che periodo storico, con lo
sviluppo dell’urbanizzazione, il carcere
viene trasferito nella via Renato Imbriani, dove attualmente c’è la sede delle
poste italiane. Questo carcere a quanto pare, nel suo interno era presente un
piccola cappella, e per questo quasi ogni giorno il salesiano Don Paolo
Giacomuzzi portava una parola di conforto
ai carcerati. Notizie di questo edificio ci vengono forniti dalle poche
foto che ci sono in circolazione e dal prof Alaimo, che nel libro Storia di
Carusu tra li carusi di Lau, racconta di quanto da bambino passava ogni giorno
davanti il carcere, e sentiva i lamenti e i canti in siciliano dei detenuti.
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