La marcia dei cento passi



































Ieri, giorno 19 luglio 2013, anniversario dell’uccisione del giudice Borsellino, anche Riesi
ha dato il suo contributo per ricordare questo triste giorno, con la marcia della legalità promossa come ogni anno dell’Oratorio Salesiano guidato da Don Antonello Bonasera. Il corteo ha avuto inizio, guarda caso alle ore 19.00 davanti la chiesa Don Bosco, dove si sono riuniti tutti i bambini e  i ragazzi del Grest, insieme alle associazioni culturali, e alle istituzioni religiose e politiche, che hanno sfilato per le vie principali delle città, gridando e saltellando diversi motti come “chi non salta, mafioso è”; tutto questo accompagnato dal repertorio dell’associazione musicale don Bosco.  La manifestazione ha attirato la curiosità di molti cittadini che intendi allo svolgimento della loro attività lavorativa, si sono fermati per ammirare questa giovani e adulti che credono che il passato di questo paese possa essere eliminato attraverso la cultura della legalità. La tappa conclusiva della marcia è stato il parco urbano, dove il direttore dei Salesiani, Don Paolo Terrana ha voluto evidenziare come questa fosse la quarta marcia per la legalità, e che quest’anno il grest è stato dedicato a Don Pino Puglisi, parroco che per anni ha combattuto contro la mafia, sottraendo i ragazzi da uomini senza scrupoli, per utilizzarli nei loro loschi affari. Poi è seguito l’intervento dello scrittore Enzo Russo, presidente dell’Associazione Antiracket “Noi e la Sicilia”, che quest’anno è rimasto stupefatto per la crescente partecipazione rispetto agli anni precedenti. Infatti ricorda che il primo anno in cui è stata realizzata  questa manifestazione c’erano soltanto 70 persone, invece quest’anno erano presenti più di trecento manifestanti. Un caso abbastanza anomalo rispetto agli altri paesi del nisseno, dove la partecipazione a questo tipo di eventi si è ridotta drasticamente, senza nessun interesse da parte dei cittadini. Per questo Enzo Russo ha voluto fare notare come a Riesi, la voglia di cambiamento esiste, e questo ci viene dimostrato dalla partecipazione a questi tipi di eventi. Dopo vari balli, scenette e spettacoli musicali, fatti per ricordare la vita di Don Pino Puglisi, che quest’anno è stato beatificato, c’è stato un piccolo intervento da parte di un collaboratore della Fondazione Padre Nostro, costituta da don Puglisi. Lui infatti ha raccontato un aneddoto che ha fatto riflettere e sorridere allo stesso tempo tutti gli spettatori. Un giorno tutti i bambini della fondazione sono stati portati in vacanza in Svizzera; una sera hanno deciso di dormire all’aperto sotto il saccopelo, e un volontario della fondazione spiegava , guardando in cielo, le diverse costellazioni. Uno ragazzo del gruppo, a un certo punto disse “Minchia, mah quante stelle ci sono in Svizzera!”. Questo ragazzo a Palermo non aveva mai visto le stelle perché suo padre gli diceva che non doveva ritornare a casa, se non riusciva a guadagnare 10. 000 mila lire, attraverso rapine, spacci e altri reati. Alla conclusione della serata, viene presentata in pubblico un quadro, alto circa due metri, che raffigura il volto di Don Pino Puglisi con la scritta “Lassa perdiri cu ti porta a mala strata”, che è stato il motto del grest di questo anno. 

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