La storia di Don Antonio Camilleri - Riesi
L'Associazione Turista "Pro Loco di Riesi" insieme al Vicario Foraneo di Riesi, Don Paolo Terrana, dietro sollecitazione dei parrocchiani e devoti, hanno proposto all'amministrazione comunale la intitolazione della piazzetta antistante alla Chiesa di San Giuseppe, in memoria dello "storico" parroco Don Antonio Camilleri. La suddetta modifica toponomastica non comporterà nessuna variazione per i residenti del luogo, poichè nella piazzetta in oggetto esiste solo la chiesa. Questa richiesta è finalizzata al recupero della memoria storica e devozionale dei cittadini di Riesi.
Per questo pubblichiamo la biografia su Don Antonio Camilleri, curata dall'insegnante Piera Cutaia.
Don Antonio
Camilleri nacque a Malta ( Lija) il
27 novembre del 1913. Nel 1926 cominciò a frequentare la Scuola Salesiana
"Sant'Alfonso a Sliema( Malta)Tre anni dopo, nel 1929, venne mandato in
Sicilia a Pedara ( CT) per continuare gli studi . Nel 1933 iniziò il noviziato
a S. Gregorio di Catania, compì il corso triennale di filosofia e rinnovò, in
seguito,per altri tre anni la professione religiosa. Dopo varie peripezie, per
via della seconda guerra mondiale, finalmente, gli fu permesso di ritornare in
Sicilia. Nel 1960, l'Ispettore Salesiano Don. Tomè lo destinò a Riesi
riferendogli: "Riesi è un posto molto difficile". Per due anni svolse
il ruolo di vice parroco presso la parrocchia del Santissimo Rosario, dove non
mancarono le difficoltà. Il 17 settembre del 1962 ricevette la nomina di
parroco per la chiesa di San Giuseppe che ereditò in uno stato miserabile,
poichè era stata adibita per vari usi; la trovò, come lui stesso la definì,
peggio di un magazzino abbandonato, una vera.... stalla! Rimise in ordine tutta
quanta la parrocchia, creando un ambiente consono ai riti religiosi. All'inizio
furono presenti una dozzina di donne, ma finita la messa, con l'aiuto di alcuni
fedeli, ripresero i lavori di sistemazione. Grazie alla sua instancabile
attività pastorale, gradualmente, la Chiesa cominciò ad attirare la presenza di
molti giovani e fedeli. L'11 novembre 1962 venne impartita la prima cerimonia
eucaristica; alla fine della Santa Messa, licenziati i fedeli, rimasero al suo
interno, 150 ragazzi invogliati a frequentare la parrocchia. Il 16 novembre,
Don Camilleri entrò in contatto con le famiglie del quartiere, soprattutto per
conoscere i malati, portando loro una
parola di conforto e per offrire il suo
aiuto alle famiglie bisognose, supportandole anche moralmente. In seguito, fu introdotta la Via Crucis e si diede il via
all'insegnamento del catechismo. L'8 Dicembre 1962 nacque l'Azione Cattolica
femminile, in seguito quella maschile e successivamente anche quella dei giovani
e dei ragazzi che si distinsero in attività culturali, sportive e religiose.
L'assistenza da parte di alcune signorine si rivelò alquanto efficace . Il
Parroco, si dedicò con impegno e creatività pastorale al nostro paese e ai suoi
abitanti: furono organizzati cenacoli
nei vari quartieri della parrocchia per trattare dei problemi familiare e
liturgici. La sua azione missionaria
cominciò a dare i suoi frutti ecclesiali, mediante un lavoro umile e prezioso.
Furono organizzate visite guidate a sfondo religioso e
culturale,grest,rappresentazioni teatrali (famosa la" passione di N. S. G.
C. , alla quale presero parte 32 persoaggi, oltre al personale tecnico), tornei
di calcio, concorsi in maschera per ragazzi, mentre il saloncino attiguo alla
chiesa venne adibito a un piccolo oratorio per i giovani del quartiere.
Contemporaneamente nacque il gruppo dei cantori e un complesso musicale e
iniziarono così, le celebrazioni delle Messe di mezzanotte a Natale e a Pasqua.
Pian piano, cominciò ad aumentare il numero dei ragazzi che ricevevano la prima
comunione e la cresima; si
avvicinarono giovani di altri quartieri,
con i quali, Don Cammilleri, conversava volentieri regalando a tutti il suo sorriso.Grande
figura significativa, pur nella sua
semplicità, fu maestro di pastorale
giovanile, nutriva un profondo amore verso i giovani, chiave della sua opera
educativa. Alcuni ragazzi, infatti, si
distinsero, grazie al suo esempio e alla sua incessante opera, per doti morali
buone e generose al servizio di Dio. Mitici i regali, offerti da lui, ai bambini per per le numerose presenze in parrocchia e i pesciolini di zucchero colorato che era
solito offrire a tutti. La festa di San
Giuseppe per l'ultima domenica di Luglio era grandiosa e vedeva la
partecipazione di molti forestieri ed emigrati. Don Camilleri ha anche
valorizzato le tradizioni del territorio. Tra le tante ricordiamo " la
tavola di S. Giuseppe ( per grazia ricevuta), l'allestimento del Santo Sepolcro
e la tavola dell'ultima cena", in occasione della Pasqua. Nell' ottobre
del 1972 crollò il soffito della chiesa, e per questo il parroco, si
trasferì a quella del SS.Crocifisso.
Oltre a dedicarsi alla parrocchia di S.Giuseppe, andava a celebrare la santa
Messa presso la chiesetta sita nell'altura del poggio Calvario, per dare la
possibilità a persone anziane o
impossibilitate a deambulare di partecipare alla mensa del Signore. Spesso
teneva ,con semplicità, la catechesi per gli anziani dell'azione cattolica che
si riunivano nei locali dell'Oratorio Salesiano in piazza Garibaldi,
proiettando filmini e portando a
conoscenza il Vangelo con spiegazioni
semplici , ma ricchi di senso religioso. Nonostante le difficoltà economiche,
nel 1975, grazie anche alla sua fiducia nella Provvidenza, la chiesa fu
ribenedetta e così potè continuare imperterrito il suo magistero ecclesiale.
Anni dopo, la Regione Siciliana stanziò dei finanziamenti per realizzare nuovi
locali dove ospitare le associazioni cattoliche e insegnare il catechismo.
Anche in questa occasione, a seguito della progettazione dei due cantieri di
lavoro e la successiva direzione dei lavori da parte di un membro della
comunità di S. Giuseppe, sono stati realizzati il salone parrocchiale , le aule
catechistiche e il relativo cortile interno, il terrazzo e la facciata frontale
della chiesa, Don Camilleri è stato un prete che si è fatto amare con il cuore
e con la mente dal popolo riesino salutando a tutti quelli che incontrava con tenerezza e con semplicità di cuore,
trasmettendo tanto amore fraterno. Egli
tenne sempre nel suo cuore un dolce ricordo del nostro paese. Nel suo diario
annotò: " Come mi ci sono trovato? Ottimamente! Come in casa propria!
Popolo riesino: cordiale, ospitale, generoso. Difficolta? Moltissime, ma con
l'aiuto di persone comprensive e capaci ad attutire certe tensioni si arrivava
a risolvere e ad annientare gli ostacoli (...) 6 Agosto 1988, partenza dal
suolo italiano con cuore commosso e nostalgico".Da Malta, però, ha
continuato a far sentire la sua paterna presenza, intrattenendo una
corrispondenza e a fare da guida spirituale, spendendo lettere ricche di
consigli e cariche di amore per Riesi. Morì il 10 Marzo del 1992.-
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