La marcia
dei cento passi
ha dato il suo contributo per ricordare questo
triste giorno, con la marcia della legalità promossa come ogni anno dell’Oratorio
Salesiano guidato da Don Antonello Bonasera. Il corteo ha avuto inizio, guarda
caso alle ore 19.00 davanti la chiesa Don Bosco, dove si sono riuniti tutti i
bambini e i ragazzi del Grest, insieme
alle associazioni culturali, e alle istituzioni religiose e politiche, che
hanno sfilato per le vie principali delle città, gridando e saltellando diversi
motti come “chi non salta, mafioso è”; tutto questo accompagnato dal repertorio
dell’associazione musicale don Bosco. La
manifestazione ha attirato la curiosità di molti cittadini che intendi allo
svolgimento della loro attività lavorativa, si sono fermati per ammirare questa
giovani e adulti che credono che il passato di questo paese possa essere
eliminato attraverso la cultura della legalità. La tappa conclusiva della
marcia è stato il parco urbano, dove il direttore dei Salesiani, Don Paolo
Terrana ha voluto evidenziare come questa fosse la quarta marcia per la
legalità, e che quest’anno il grest è stato dedicato a Don Pino Puglisi,
parroco che per anni ha combattuto contro la mafia, sottraendo i ragazzi da
uomini senza scrupoli, per utilizzarli nei loro loschi affari. Poi è seguito l’intervento
dello scrittore Enzo Russo, presidente dell’Associazione Antiracket “Noi e la
Sicilia”, che quest’anno è rimasto stupefatto per la crescente partecipazione
rispetto agli anni precedenti. Infatti ricorda che il primo anno in cui è stata
realizzata questa manifestazione c’erano
soltanto 70 persone, invece quest’anno erano presenti più di trecento
manifestanti. Un caso abbastanza anomalo rispetto agli altri paesi del nisseno,
dove la partecipazione a questo tipo di eventi si è ridotta drasticamente,
senza nessun interesse da parte dei cittadini. Per questo Enzo Russo ha voluto
fare notare come a Riesi, la voglia di cambiamento esiste, e questo ci viene
dimostrato dalla partecipazione a questi tipi di eventi. Dopo vari balli,
scenette e spettacoli musicali, fatti per ricordare la vita di Don Pino
Puglisi, che quest’anno è stato beatificato, c’è stato un piccolo intervento da
parte di un collaboratore della Fondazione Padre Nostro, costituta da don
Puglisi. Lui infatti ha raccontato un aneddoto che ha fatto riflettere e
sorridere allo stesso tempo tutti gli spettatori. Un giorno tutti i bambini
della fondazione sono stati portati in vacanza in Svizzera; una sera hanno
deciso di dormire all’aperto sotto il saccopelo, e un volontario della fondazione
spiegava , guardando in cielo, le diverse costellazioni. Uno ragazzo del
gruppo, a un certo punto disse “Minchia, mah quante stelle ci sono in Svizzera!”.
Questo ragazzo a Palermo non aveva mai visto le stelle perché suo padre gli
diceva che non doveva ritornare a casa, se non riusciva a guadagnare 10. 000
mila lire, attraverso rapine, spacci e altri reati. Alla conclusione della
serata, viene presentata in pubblico un quadro, alto circa due metri, che
raffigura il volto di Don Pino Puglisi con la scritta “Lassa perdiri cu ti
porta a mala strata”, che è stato il motto del grest di questo anno.
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