La Verità Negata: la storia di Desire Vasta contro l’ingiustizia italiana.

 


La Sicilia è un’isola persa, piena di meraviglie paesaggistiche, ma maltratta fino al suo midollo. La Sicilia è dolce e amara come le arance; ricca di mistero e di ingiustizie quotidiane che distruggono le vite di milioni di persone. Tra queste troviamo la storia di Desire Vasta una giovane ragazza di Riesi che ha sfidato lo Stato per dare dignità al cognome della propria famiglia e di suo padre Filippo.

Tutto inizia durante una notte del dicembre 2005 quando Filippo viene portato via dai carabinieri con l’accusa di associazione mafiosa e mandante di omicidio! Comincia il calvario delle visite al carcere di Malaspina, poi di Larino. I viaggi pieni di desiderio e di angoscia. Le grate, i controlli agli ingressi, le chiavi che sferragliano, i cancelli che si chiudono. Un incubo che si conclude il 24 febbraio 2009 quando arriva la notizia tanto sperata: il suo papà è stato scarcerato. Filippo viene dichiarato innocente e il sequestro cautelare dalla sua azienda viene revocata immediatamente. Con quel poco che era rimasto, Filippo insieme a suo figlio Carmelo fonda nel 2010 l’azienda La Divina Acquedotti e continua a operare sul tutto il territorio fino al 2016: anno in cui esce il decreto sulla White List. La normativa prevede che tutte le aziende private che vogliono partecipare agli appalti pubblici devono essere trascritti in una lista che comprende tutti i fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa.

Questa istanza viene presentata nel 2014 dalla Divina Acquedotti, è rigettata nel 2016.  Questo danneggia enormemente l’azienda; facendo scemare tutte le commissioni e tutti i contratti stipulati con i loro clienti. Tutti gli investimenti e i sacrifici fatti dalla famiglia Vasta vanno in frantumi. I conti correnti vengono bloccati e l’azienda non riesce più a pagare i creditori. A questo punto la figlia Desire fonda la Divina Service e fa richiesta nel 2018 di essere inserita nella White list; ma nel 2021 viene rigettata nuovamente. Da qui inizia una dura battaglia contro la prefettura affinché la loro azienda possa avere il giusto riconoscimento. Nel 2019, Filippo Vasta viene riconosciuto vittima di mafia.  Un racconto drammatico che Desire ha voluto trascrivere nel manoscritto A testa Alta, ripercorrendo la sua vita personale intrecciata con quella famigliare.

Una storia che a settembre di quest’anno ha avuto il suo lieto epilogo come appuriamo dalla diretta testimonianza di Desiree: “Dopo l’uscita del libro ho potuto constatare un grande apprezzamento sociale andato oltre le mie aspettative rendendomi orgogliosa sempre di più della mia opera. Dopo quasi due mesi dall’ uscita del libro la chiamata tanto attesa, l’inserimento alla White list , non so cosa sia successo alle Istituzioni so solo che finalmente c’è stato qualcuno, Forse un angelo? Non lo so! Ma di certo qualcuno che rispetta la Legge e fa prevalere la giustizia della gente come noi che vogliono solo lavorare, gente con un forte senso di iniziativa al lavoro e no come hanno voluto far credere le Istituzioni che hanno cercato di infangare il nome della mia famiglia, qualcuno che mi ha restituito il diritto che reclamavo da tempo il diritto a lavoro!”. 

 

di Giuseppe Calascibetta

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