Rosario Livatino il primo magistrato beatificato dalla Santa Chiesa. Martire della Giustizia insieme al giornalista Peppino Impastato.

Rosario Livatino il primo magistrato beatificato dalla Santa Chiesa.  Martire della Giustizia insieme al giornalista Peppino Impastato. 

di Giuseppe Giancarlo Calascibetta, fotografo 



Il 9 maggio 2021 la Sicilia assisterà al processo di beatificazione del magistrato Rosario Livatino ad opera del cardinale Marcello Semeraro nella Cattedrale di Agrigento. Rosario Livatino era un giovane magistrato, ucciso il 21 settembre 1990 nella strada statale Agrigento- Caltanissetta da quattro sicari assoldati dalla Stidda (organizzazione criminale operante nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania e Ragusa in rivalità con Cosa Nostra).

Il “giudice ragazzino”, così soprannominato per via della sua giovane età, era nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, dal papà Vincenzo, laureato in legge, e dalla mamma Rosalia Corbo. Conseguì la laurea in Giurisprudenza all’Università di Palermo, il 9 luglio 1975, a 22 anni, col massimo dei voti e la lode. Giovanissimo, entrò nel mondo del lavoro e diventò Sostituto Procuratore della Repubblica, dal 29 settembre ’79 al 20 agosto ’89,nel tribunale di Agrigento. Lì si occupò delle più delicate indagini antimafia, organizzazione nota negli anni ’90 come la “Tangentopoli siciliana”.  Uomo di sani principi morali, credeva nella giustizia e nella fede, secondo la frase da lui stesso pronunciata durante una conferenza: “ la giustizia è necessaria, ma non sufficiente, e può e deve essere superata dalla legge della carità che è la legge dell’amore, amore verso il prossimo e verso Dio(...) la legge è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge. Il compito del magistrato è quello di decidere. Ed è proprio in questo scegliere che il magistrato credente può trovare un rapporto con Dio”. Rosario Livatino sapeva unire in maniera sapiente il valore della legge e della fede cristiana. Per questo motivo, Rosario Livatino diventerà il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. 


Opere del maestro Gaetano Porcasi dedicate a Peppino Impastato 

Il 9 maggio è l’anniversario per ricordare un'altra vittima della mafia, il giornalista Peppino Impastato, un giovane siciliano che voleva combattere Cosa Nostra attraverso la musica, la cultura e l’informazione radiofonica come gli aveva suggerito Danilo Dolci, il Gandhi italiano che combatteva la mafia in maniera non violenta. Un ragazzo di Cinisi che continua ad essere ricordato attraverso le marce contro la mafia promosse dalle scuole di qualsiasi grado, che si recano alla Casa Memoria creata dalla mamma di Peppino, Felicia Bartolotta che è riuscita a riscattare il nome di suo figlio accusato dalla stampa italiana del ’78,  di essere un terrorista comunista, morto durante un attentato ai binari ferroviari. Una donna che ha saputo ricercare la verità sulla morte di suo figlio, fino ad arrivare alla condanna di Badalamenti nel 2002, quale mandante del suo assassinio. 

Due storie di uomini culturalmente diversi , ma uguali nel perseguimento della giustizia, che continua ancora ad essere un’utopia umana. 

Fonte: Il giornale italiano. Maggio 2021




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