La storia di Gaetano Giordano: 
vittima della mafia


Alcuni giorni fa presso il Parco Urbano “Ernesto Celestri” si è tenuta l’ottava edizione del Premio Orgoglio Riesino, ideato e curato dall’Associazione Amici di Riesi del geometra Arturo Testa. Tra i premiati, figura il Premio alla Memoria per il riesino Gaetano Giordano, ucciso dalla mafia. Una storia che è stata rievocata dalla moglie Franca Evangelica, durante la premiazione. La signora Evangelica è anche  presidente dell’Associazione Antiracket Gaetano Giordano; nata nel maggio del 2005 a Gela, composta da 100 volontari, quasi tutti commercianti che si sono ribellati al fantasma del “pizzo”.  Il 10 novembre del 2010 l’associazione Libera del coordinamento Provinciale di Bergamo insieme ai Comuni di Villa D’Alme hanno realizzato una serie di iniziative per ricordare questo riesino, vittima della mafia. Nella brochure di questa manifestazione troviamo tutta la storia del commerciante Gaetano Giordano che pubblichiamo nella versione completa.

“Gaetano Giordano nasce a Riesi (CL) il 09/06/1937. Dopo il militare apre un'attività di parrucchiere per uomo. Nel 1963 conosce Franca Evangelista, genovese, arrivata a Gela per motivi di lavoro del padre. In seguito Franca e Gaetano si frequentano, si fidanzano e si sposano, consolidando l'attività economica che nel frattempo si era trasformata in negozi di profumeria (unici per molto tempo nel territorio gelese). Nascono due figli Massimo e Tiziana in una realtà di lavoro sana e fiorente.

Marito e moglie collaborano nell'attività commerciale in un contesto familiare e lavorativo concreto e normale, i ragazzi studiano con profitto e, finito il liceo a Gela, accedono alla Luiss di Roma.
Negli anni 1980-90 Gela è una polveriera; incendi e sparatorie fra clan rivali per la supremazia del territorio. I commercianti, che sino ad allora come fatto di costume, si adeguavano a pagare il pizzo (pochi esclusi, compresi noi, non erano disturbati) cominciavano a scalpitare, cercando di uscire da questo mal costume. Nel 1989 a seguito di una richiesta estorsiva si fa regolare denuncia.
Il 10 Novembre del 1992 senza che nulla facesse presagire quanto poi è successo, alle ore 20, Gaetano Giordano veniva ucciso sotto casa con cinque colpi alla schiena mentre con il figlio, ferito nella sparatoria, stava rientrando a casa. Dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia si scopre che l'uccisione di Gaetano Giordano è stata decisa a sorte tramite estrazione del biglietto con il suo nome (altri 3-4 commercianti che come lui avevano denunciato erano segnati negli altri bigliettini quindi papabili vittime).
All'età di 55 anni Gaetano Giordano cessava di vivere per mano di alcuni mafiosi che vengono poi arrestati l'anno dopo. L'uccisione di Gaetano Giordano doveva essere un monito per negozianti e imprenditori che si rifiutavano di pagare il pizzo, ma da quell'omicidio la cittadinanza prende coscienza e i mafiosi hanno sempre meno titolo sul territorio.
Subito dopo i funerali, valutando le possibilità che erano date dalla presenza dei familiari di Gaetano Giordano ad Almè si è pensato di seppellirlo in quel luogo. Tutto questo nasce dall'incertezza per il futuro che aveva attanagliato la famiglia che prevedeva entro breve di trasferirsi da Gela. Questo è il motivo per cui Gaetano Giordano è stato seppellito ad Almè, dove è stato accolto con la riconosciuta carità cristiana di quei luoghi”.

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